Duša Naša

Album – 2019 (11 brani, 39 minuti 21 secondi)

01 - Kako je lipo hoditi (trad.)

‘Kako je lipo hoditi’ può essere considerato l’inno della comunità croato-molisana. Il testo della canzone racconta della traversata che fecero i nostri avi per raggiungere la nostra terra, dove hanno iniziato una nuova vita. Questa è la versione originale, da sempre cantata nei nostri paesi.

Testo

Com’è bello camminare/andare,
in mezzo al mare.

E in mezzo al mare c’è,
c’è una strada.

E chiunque c’è andato,
ha perso.

C’è andato il mio fidanzato,
ha vinto!

Com’è bello camminare,
in mezzo al mare.

Riconoscimenti

Testo: Tradizionale
Musica: Tradizionale

Marco Blascetta: Bouzouki-Voce
Liza Szucsich: Voce

02 - Kako je lipo hoditi

In questi anni i KroaTarantata hanno sperimentato l’unione dei testi in na-našo con la cultura (e la musica) popolare italiana. In questa versione di “Kako je lipo hoditi” il testo e la melodia sono quelli del canto tradizionale. Cambia, invece, il ritmo, che è quello tipico che anima tutte le feste dell’Italia meridionale: tarantella, saltarello e pizzica.

Testo

Com’è bello camminare/andare,
in mezzo al mare.

E in mezzo al mare c’è,
c’è una strada.

E chiunque c’è andato,
ha perso.

C’è andato il mio fidanzato,
ha vinto!

Com’è bello camminare,
in mezzo al mare.

Riconoscimenti

Testo: Tradizionale
Musica: KroaTarantata

Francesca Sammartino: Voce
Giulia Sammartino: Voce
Gianluca Miletti: Tamburello – Voce
Simone Sammartino: Bufù
David De Leo: Chitarra 
Martina Blascetta: Flauto
Lorenzo Blascetta: Fisarmonica – Voce
Stefano Blascetta: Basso 
Marco Blascetta: Chitarra – Voce

03 - Duša našoga grada

“Duša našoga grada” (“L’anima del nostro paese”) è la prima canzone inedita del gruppo, il cui testo è tratto dal componimento poetico “Jena brižna duša” di Rocco Giorgetta. Cos’è “l’anima del nostro paese”? Nel testo la parola “anima” fa riferimento ad una fontana, Fundzumela, che si trovava a pochi passi da Montemitro e rappresentava il luogo in cui avvenivano gli incontri amorosi tra le ragazze che andavano a riempire l’acqua ed i giovanotti, loro spasimanti. Perché viene definita “povera”? Perché al giorno d’oggi la fontana ha perso il suo valore: non viene più utilizzata e per questo è caduta in rovina. “L’anima del nostro paese” potrebbe essere anche il na-našo: se non viene più utilizzato, rischia di scomparire. Il finale risuona come un’esortazione: “Così non può essere, non dobbiamo permetterlo”, dobbiamo preservare la nostra anima. Proprio tale interpretazione del brano ha ispirato il nome dell’album “Duša Naša” (“La nostra anima”).

Testo

L’anima del nostro paese ora è custodita dai rovi.
Ah, come devo fare ad andare per acqua?

Per quanto mi hai reso ricco
ora dalla tua volta puoi vedere le stelle.

Anima nostra, ora la tua acqua la bevono i serpenti.
Ah, ho troppa paura di andare all’acqua!

Recipienti d’acqua mi hai fatto bere,
il trogolo vuoto non si può vedere.

Non può essere così…
Noi non possiamo volerlo…

Così povera, dimenticata e piccola
resta viva mia bella FUNDZUMELA!

Riconoscimenti

Testo da “Jena brižna duša” di Rocco Giorgetta
Musica: KroaTarantata

Francesca Sammartino: Voce
Giulia Sammartino: Voce
Gianluca Miletti: Tamburello, 
Simone Sammartino: Bufù
David De Leo: Chitarra
Martina Blascetta: Flauto
Lorenzo Blascetta: Fisarmonica – Voce
Stefano Blascetta: Basso 
Marco Blascetta: Chitarra-Bouzouki-Voce
Nikola Zeichmann: Violino
Andreas Karall: Percussioni

04 - Oj, Jelena

“Oj, Jelena” è un omaggio che i KroaTarantata hanno voluto fare ai croati del Burgenland (Austria) per lo splendido rapporto interculturale che negli anni è venuto a crearsi tra le due minoranze. In questa versione al posto delle tipiche “tamburice” (mandolini) troviamo il tamburello, la fisarmonica ed il bufù, che danno il ritmo della tarantella. 

Testo

Oh, Jelena, Jelena, mela verde.
Sotto di lei è cresciuta, sotto di lei è cresciuta l’erba, il trifoglio.

L’ha falciata Jelena, bella ragazza.
Con una falce d’oro, con una falce d’oro, con le mani bianche.

Ciò che ha falciato Jelena l’ha dato ai cavalli.
Mangiate, bevete, cavalli di mio fratello.

Domani faremo un viaggio lontano.
Una nuova strada, una nuova strada, verso mio cognata.

Riconoscimenti

Testo dalla canzone “Oj Jelena, Jelena, jabuka zelena” della minoranza croata del Burgenland 
Musica: Tradizionale della minoranza croata del Burgeland – KroaTarantata

Francesca Sammartino: Voce
Giulia Sammartino: Voce
Gianluca Miletti: Tamburello – Voce
Simone Sammartino: Bufu
David De Leo: Chitarra
Martina Blascetta: Flauto
Lorenzo Blascetta: Fisarmonica – Voce
Stefano Blascetta: Basso
Marco Blascetta: Chitarra – Voce

05 - Divojkica

“Divojkica” è un brano presente non solo nei paesi croato-molisani, ma, nelle sue varianti, anche nelle altre minoranze linguistiche croate presenti in Europa ed in Croazia. Non si conosce esattamente la storia di questo canto, né tantomeno si sa quando sia entrato a far parte della tradizione musicale croato-molisana. È una ballata che narra di una ragazza che, vedendosi sfuggire il compagno per essersi addormentata, si vendica mandandogli delle maledizioni.

Testo

Fanciullina che coglievi i fiori,
poi ti sei addormentata.

Alzati, alzati, fanciullina!
Perché ti sei addormentata?

Che il tuo fidanzato si è sposato!
Tu ti sei addormentata?

Che si sposi, che si sposi!
Che gli venisse un colpo!

Nel cielo sereno,
nel cielo sereno ha tuonato,
così l’ha ucciso!

La terra nera,
la terra nera si è spaccata,
così l’ha bruciato!

Riconoscimenti

Testo: Tradizionale
Musica: Tradizionale – KroaTarantata

Giulia Sammartino: Voce
Gianluca Miletti: Voce
Stefano Blascetta: Slide guitar
Marco Blascetta: Chitarra

06 - Lipa Mara

Lipa Mara può essere considerato il canto popolare più antico e il più rilevante storicamente della minoranza linguistica croato molisana.  La presenza al suo interno di Ivan Karlovič, un governatore di provincia croato, vissuto negli anni in cui ebbero luogo le migrazioni slave verso l’Italia (XVI secolo), dona al canto, quel carattere leggendario che lo caratterizza. La leggenda ci parla di Ivan Karlovič come un bano noto alla popolazione ed amato da tutte le donne del suo regno. Solo una ragazza, però,  Karlovič non riesce a conquistare: si tratta della bella (lipa) Mara, che rifiuta ogni suo tentativo di corteggiamento. Ivan trova così uno stratagemma per ingannare Mara e presentarsi a lei, finendo con amarla per tre notti e per tre giorni sulla pianura estesa davanti al mare, dove erano andati a cogliere le viole. Dopo la vicenda Ivan inizialmente l’abbandona, per poi sposarla dopo aver scoperto che lei è in attesa di un erede. Questa è la versione rimusicata dai KroaTarantata con i ritmi della tammurriata, danza tradizionale campana della famiglia delle tarantelle.

Testo

Bella Mara, andiamo a cogliere le viole.
Non voglio, non voglio, ho paura di Karlovič!

La prima viola che ho colto
l’ho portata sulla roccia, davanti al mare.

Come si secca la rosa davanti al mare
così si secca il cuore a Ivan.

Le tue sorelle portano il pizzo sulle maniche,
i tuoi fratelli portano piume sui cappelli.

Gambe affusolate, calze di taffettà,
le tue sorelle portano il pizzo sulle maniche.
Le tue sorelle portano il pizzo sulle maniche,
i tuoi fratelli portano piume sui cappelli.

Riconoscimenti

Testo: Tradicjonala
Musica: KroaTarantata

Francesca Sammartino: Voce
Giulia Sammartino: Voce
Gianluca Miletti: Tamorra – Voce
Simone Sammartino: Bufù
David De Leo: Chitarra 
Martina Blascetta: Flauto
Lorenzo Blascetta: Fisarmonica
Stefano Blascetta: Basso
Marco Blascetta: Chitarra

07 - Lipa divojka rodna

“Lipa divojka rodna” è una canzone tradizionale na-našo, probabilmente tipica di Acquaviva Collecroce. Non si conosce la storia di questo canto, ma si pensa che sia un inno alla figura femminile e, indirettamente, alla fertilità ed un modo per prendere in giro gli italiani che “non hanno niente, solo le galle”.

Testo

Bella ragazza fertile, dammi un po’ d’acqua.
L’acqua non te la posso dare, che mio fratello mi picchia.

Sono povero, sono povero io.

Bella ragazza fertile, dammi un po’ d’acqua.
L’acqua te l’ho data. Grazie tante!

Io te l’ho data.

L’italiano non ha niente, solo le galle.
L’italiano non ha il pane, solo il granturco.

Sono povero, sono povero io.

Riconoscimenti

Testo: Tradizionale
Musica: Tradizionale – KroaTarantata

Francesca Sammartino: Voce
Giulia Sammartino: Voce
Gianluca Miletti:Tamburello – Castagnole – Voce
Simone Sammartino: Bufù
David De Leo: Chitarra 
Martina Blascetta: Flauto
Lorenzo Blascetta: Fisarmonica – Voce
Marco Blascetta: Chitarra – Voce
Christian De Lellis: Basso

08 - Ta je on

Il testo è adattato dalla poesia “Ta je on” di Antonio Sammartino. Durante il brano si crea una sorta di suspense, in quanto non viene definito subito chi è il “lui” di cui si parla. Vengono citati alcuni dei danni da lui causati e le maledizioni lanciategli dalle persone del paese. Soltanto alla fine si capisce di quale maledetto si tratti: il Favonio!

Testo

Questo è lui
Nessuno lo chiama, ma ci viene a trovare
e non gli importa, tutto deve frugare.

Lo senti per i vicoli, sopra i tetti,
dal mattino fino alla sera ti assilla.

Lo copriamo di maledizioni,
urla anche il giorno dell’Ascensione.

Chiudi la porta, la finestra, il balcone,
che questo si porta anche la tua sedia!

Quanti anni ha non sappiamo dirlo,
solo non lo vogliamo sentire più.

Ma non ha timore né si vergogna,
si illude di essere il migliore.

Lo copriamo di maledizioni,
urla anche il giorno dell’Ascensione.

Chiudi la porta, la finestra, il balcone,
che questo si porta anche la tua sedia!

Dicono le persone, quelle più anziane,
che questo si porterà tutte le cose.

Non ha imparato bene a parlare,
come un asino sa solo ragliare.

Lo copriamo di maledizioni,
urla anche il giorno dell’Ascensione.

Chiudi la porta, la finestra, il balcone,
che questo si porta anche la tua sedia!

Ogni mese lo puoi vedere,
a casa, in campagna, in piazza, sotto il portico.

In gennaio, dicembre o giugno,
eccolo, lui, si chiama: FAVONIO!

Riconoscimenti

Testo tratto dalla poesia “Ta je on” di Antonio Sammartino
Musica: KroaTarantata

Francesca Sammartino: Voce
Giulia Sammartino: Voce
Gianluca Miletti: Tamburello – Voce
Simone Sammartino: Bufù
David De Leo: Chitarra 
Martina Blascetta: Flauto
Lorenzo Blascetta: Fisarmonica – Voce
Stefano Blascetta: Basso
Marco Blascetta: Chitarra – Voce
Andreas Karall: Percussioni

09 - Bombinič

La musica ed il testo sono di Pasquale Papiccio, di Acquaviva. Si può pensare che sia una semplice ninna-nanna per far addormentare i bambini, ma è molto di più. E’ una canzone che deve farti alzare, che deve smuoverti l’anima. Il testo racconto del mondo, da quando Gesù è nato fino ai giorni d’oggi, del nostro mondo dove ancora succedono cose brutte e dove la gente ancora non si vuole bene. Durante tutta la canzone il Bambin Gesù viene cullato così da poter dormire dolcemente, ma come può ancora riposare Gesù Bambino in questo mondo? Al termine della canzone si prega che possa svegliarsi: c’è ancora tanto da fare!

Testo

Quanti anni sono passati
che il nostro Dio è sceso in terra!
Si è fatto uomo, ha messo gli occhi,
la notte si rasserena.
Le persone escono qua e là,
sentono cantare “Alleluja”.

Dormi, bambino, dormi, bambino,
dormi, bambino, dormi dolcemente,
che ti riscaldano un asino e un bue,
che ti riscaldano un asino e un bue.

Quella stella che ha la coda
porta le persone davanti a te.
Alcuni sono neri, altri sono bianchi,
alcuni sono sani, altri sono marci.
Le persone corrono di qua e di là,
chi porta l’oro, chi porta la paglia.

Dormi, bambino, …

Tu hai detto che quelli poveri
nel tuo mondo sono sempre i primi.
Nel mondo, nel nostro mondo
è sempre prima chi ha qualcosa.
È sempre così, com’era,
muore di fame chi non ha niente.

Dormi, bambino, …

Se ami gli altri come te stesso,
puoi venire nel mio mondo.
El Salvador, Afghanistan,
giù in Libano e Iran,
ammazzano persone a casa tua,
mettono bombe su in cielo.

Dormi, bambino, …

Dieci anni sono passati
da quando nella grotta è scoppiata una bomba.
Ieri nella grotta è scoppiata di nuovo una bomba,
le persone non sono andate a casa.
Sono morti bambini, donne e uomini,
quanto pagheremo ancora questo debito?

Svegliati, bambino, svegliati, bambino,
svegliati, bambino, svegliati ora!
Che al mondo c’è tanto da fare,
che al mondo c’è tanto da fare!

Riconoscimenti

Testo: Pasquale Papiccio
Musica: Pasquale Papiccio – KroaTarantata

Francesca Sammartino: Voce
Giulia Sammartino: Voce
Gianluca Miletti: Tamorra – Voce
Simone Sammartino: Bufù
David De Leo: Chitarra 
Martina Blascetta: Flauto
Lorenzo Blascetta: Fisarmonica – Voce
Stefano Blascetta: Slide guitar
Marco Blascetta: Chitarra – Contrabbasso – Voce
Andreas Karall: Percussioni

10 - Fate do sakoga dana

“Fatti quotidiani” è un’altro brano adattato da un componimento poetico di Antonio Sammartino. Si tratta di una canzone ironica che riprende atteggiamenti e modi di dire di alcuni personaggi molto noti a Montemitro.

Testo

A Largo Roma o a Sant’Angelo
puoi vedere un Emilio o un Angelo.

Qualche “teleignorante”, qualche “intellettuale”,
ma neanche uno è uguale.

Sanno tutto: chi è passato, chi è venuto,
una donna, un cane o una gallina.

Poi, quando stanno per appisolarsi,
si svegliano e iniziano a litigare.

Sì, sì, sì, macché e Andrè,
a quelli è meglio fare due caffè.

“Zitto, tu, che devo parlare io!”
Quei due hanno iniziato a fare un discorso.

Sempre qualche nuovo ragionamento
e “Non scherzare assolutamente!”

Il più forte si vuole elevare:
“Voi con me non avete cosa fare!”

E a mezzogiorno questo “Lucifero” cerca le caramelle…
Veloce, che sono pronte le mie tacconelle!

Sì, sì, sì, …

Li senti parlare, ridere, attaccarsi
e puoi imparare nuove parole.

Bello e brutto, sentiamo tutto
e “Dobbiamo capirci quando parliamo!”

Sì, sì, sì, …

Riconoscimenti

Testo dalla poesia “Fate do sakoga dana” di Antonio Sammartino
Musica: KroaTarantata

Francesca Sammartino: Voce
Giulia Sammartino: Voce
Gianluca Miletti: Tamburello – Castagnole 
Simone Sammartino: Bufù
David De Leo: Chitarra
Martina Blascetta: Flauto
Lorenzo Blascetta: Fisarmonica – Voce
Stefano Blascetta: Basso
Marco Blascetta: Chitarra – Bouzouki – Voce
Andreas Karall: Percussioni

11 - Lipa Mara (live na tjac)

Questa versione di Lipa Mara è stata registrata in Piazza del Popolo a Montemitro nell’evento organizzato nell’estate 2018 ed intitolato “Lipa Mara flash mob”. È stata cantata a cappella da tante persone, vecchi e giovani, e si tratta della versione che si è “standardizzata” a Montemitro nel corso degli anni, con buona probabilità, infatti, alcune frasi del canto si sono perse col tempo Il canto può essere considerato il più antico della tradizione musicale croato-molisana ed è già presente nei testi più antichi e rilevanti relativi sulla comunità, come in “Lettere” (1853) di Giovanni de Rubertis, “Le colonie serbocroate nell’Italia Meridionale” (1911) di Milan Rešetar e “Canti popolari delle colonie slavo-molisane” (1957) di Alberto Cirese. L’antropologo colloca la “Lipa Mara” nei “canti karlovaciani”, quelli che hanno come protagonista la figura del leggendario bano croato Ivan Karlović. Nello studio Cirese fa riferimento all’opera di Fran Kurelac “Jačke” (1881) sulla minoranza croata del Burgenland, nei cui canti popolari si può individuare la storia d’amore tra il bano Karlović e Mara, la stessa Mara che dà il nome al canto croato-molisano.

Testo

Bella Mara, andiamo a cogliere le viole.
Non voglio, non voglio, ho paura di Karlovič!

La prima viola che ho colto
l’ho portata sulla roccia, davanti al mare.

Come si secca la rosa davanti al mare
così si secca il cuore a Ivan.

Le tue sorelle portano il pizzo sulle maniche,
i tuoi fratelli portano piume sui cappelli.

Gambe affusolate, calze di taffettà,
le tue sorelle portano il pizzo sulle maniche.
Le tue sorelle portano il pizzo sulle maniche,
i tuoi fratelli portano piume sui cappelli.

Riconoscimenti

Testo: Tradizionale
Musica: Tradizionale

Bartolino Adamo – Bartolino Clara – Beata – Bergantino Marco – Blascetta Lorenzo – Blascetta Marco – Blascetta Martina –  Caruso Albina – Caruso Angelina – Caruso Graziella – Caruso Stefano – Ciccarone Leonardo – Cocciolillo Maria Alfonsina – Colapietro Lucia – Cordisco Maria – Cristina Clara – Cristina Paola – Cristini Katia – D’Ambrosio Giovanni – Daniele Giulio – Daniele Nicolina – Daniele Nina – De Leo David – Di Luca Veronica – Felice Roberta – Ferrara Maria – Franchitto Annamaria – Frani Angela – Frani Renzo – Gallo Annunziatina – Giorgetta Ada – Giorgetta Angelo – Giorgetta Donatella – Giorgetta Fabiana – Giorgetta Floriano – Giorgetta Floriano – Giorgetta Franco – Giorgetta Giada – Giorgetta Gina – Giorgetta Lucia – Giorgetta Mario – Giorgetta Michele – Giorgetta Milka – Giorgetta Paola – Giorgetta Rita – Giorgetta Stefano – Ientilucci Matteo – Iorio Fiorina – Iorio Giovanni – Liberatore Antonietta – Ljubić Sammartino Vesna – Masi Ettore – Matijević Maja – Matković Nikolina – Menna Davide – Menna Elia – Menna Francesco – Menna Gregorio – Menna Michelangelo – Miletti Franco – Miletti Gianluca – Miletti Serena – Mirco Nicoletta – Moldovan Ionela – Pasciullo Grazia – Petrelli Corrado – Petrelli Edoardo – Petrelli Rossella – Piccoli Concetta – Piccoli Enzo – Piccoli Giovanni – Piccoli Grazia – Pollace Sara – Ricci Daniela – Ricciuti Gabriella – Romagnoli Antonina – Romagnoli Bruno – Romagnoli Concetta – Romagnoli Concetta – Romagnoli Ilde – Romagnoli Maria – Romagnoli Ortensia – Rulli Franca – Sammartino Antonio – Sammartino Francesca – Sammartino Giovanni – Sammartino Giulia – Sammartino Sergio – Sammartino Simone – Sansone Francesca – Schiopu Alex – Silvestri Pina – Straniero Gaia – Talia Michela: Vuča

De Lellis Christian – Karall Andreas: Tecnici
Grilli Cristiana Lucia – Toscani Francesco: Video

produced by KroaTarantata

recorded @ Mundimitar (Pikriž) Studios, Montemitro
Meidling Studios, Vienna
Krawall Studios, Großwarasdorf
Blaš Studios, Mali Borištof
Pinknoise, Kirchschlag

recorded by Christian de Lellis, Andreas Karall, Marco Blascetta
violin recorded at Pinknoise Studio by Thomas Eitel

mixed by Marco Blascetta, Andreas Karall, Lorenzo Blascetta
edited by Marco Blascetta, Christian de Lellis, Christoph Halper
mastered by Horst Pfaffelmayer
design by Phillip Hauck-Tyran